Eccoli gli uomini: vanno avanti e indietro per la strada: ognuno è un mascalzone e un delinquente per natura, un idiota. Ma se sapessero che io sono un omicida e ora cercassi di evitare la prigione, si infiammerebbero tutti di nobilesdegno.
Fëdor Michajlovič Dostoevskij

[…] E la libertà? Ci dicono. La libertà non deve stare al di sopra di tutto? E la libertà, perlomeno quella individuale, non è stata sacrificata? La libertà, signori!
Conoscono il principio che proclamano e il nome che pronunciano, coloro che pronunciano questa sacra parola? Conoscono i tempi in cui vivono? Non è giunto fino a voi, signori, l’eco delle ultime catastrofi? Come! Non sapete ormai che la libertà è finita? Non avete assistito, come ho fatto io con gli occhi del mio spirito, alla sua dolorosa passione? Ma come, signori! Non l’avete vista vessata, umiliata, ferita a tradimento da tutti i demagoghi del mondo? Non l’avete vista trascinare il suo dolore per le montagne della Svizzera , sulle sponde della Senna, sulle rive del Reno e del Danubio, sugli argini del Tevere? Non l’avete vista salire al Quirinale che è stato il suo Calvario? (Grandi applausi)
Signori, tremenda è la parola ma non dobbiamo temere di pronunciare parole tremende se dicono la verità ed io sono intenzionato a dirla. La libertà è finita! Non resusciterà, signori, né al terzo giorno, né al terzo anno e forse neppure al terzo secolo. Vi spaventa, signori, la tirannia che subiamo? Vi spaventate con poco; vedrete cose peggiori. E qui vi prego, tenete a mente le mie parole perché ciò che sto per dire, i fatti che annuncerò di un futuro più o meno prossimo, comunque non molto lontano, si compiranno alla lettera.
Il fondamento, signori, di tutti i vostri errori (voltandosi verso i banchi della sinistra) consiste nel non sapere qual è la direzione della civiltà e del mondo. Voi credete che civiltà e mondo vanno avanti quando invece civiltà e mondo tornano indietro. Il mondo, signori, avanza a passi rapidissimi verso la costituzione di un dispotismo, il più grande e devastatore di cui si ha memoria tra gli uomini. Verso questo vanno la civiltà ed il mondo. Per dire queste cose non ho bisogno di essere un profeta, mi basta considerare l’insieme spaventoso degli accadimenti umani dal suo unico e vero punto di vista: dalle altezze cattoliche. Signori, non vi sono più di due forze possibili: una interiore e l’altra esterna, la religiosa e la politica. Esse sono di una natura tale che quando il termometro religioso si alza, il termometro della politica si abbassa e quando il termometro religioso si abbassa, il termometro politico, la forza politica, la tirannia si alza. Questa è una legge dell’Umanità, una legge della Storia. […]
Juan Francisco Donoso Cortés, Contro il liberalismo (Discorso sulla dittatura, 1849)

[…] Dato che non è ancora stato indagato un certo punto relativo alle soglie d’udibilità tra suoni e ultrasuoni in rapporto all’intensità sonora, si dovrà farlo al più presto. Per che cosa? Per la scienza. Lo studio relativo, poi, non lo legge nessuno, entra nelle biblioteche e nelle bibliografie, e ci si sente quindi sollevati, perché „anche questo è stato fatto”. „Fare”: ecco la parola che definisce l’odierno lavoro di fabbrica della conoscenza, in cui i capi dei grandi laboratori ed istituti universitari svolgono nel migliore dei modi le funzioni loro imposte dai grandi capitani dell’industria capitalistica. „Fonti!” reclama la ricerca storica, „cicli di esperimenti!” chiedono le scienze esatte. Il numero, la statistica, l’analisi ponderale regnano dispoticamente. Non senza una profonda ragione questa scienza ha dichiarato che tutto ciò che essa arriva a stabilire è ugualmente importante. Le accademie delle scienze sono la potente gerusia di questo stato, le terribili avole della cultura europea, che custodiscono ed accrescono l’eredità. E guai a chi osasse dubitare della scienza che rappresentano, di questa scienza che è scopo di tutti gli scopi! Chi osasse mettere in dubbio il diritto della scienza di usare gli ammalati degli ospedali per sperimentare nuovi vaccini passerebbe per oscurantista e antisemita; chi deplorasse il fatto che di continuo si torturano senza necessità animali vivi sarebbe un guastafeste sentimentale odioso e ridicolo. Forse solo perché questa scienza è una democrazia senza un presidente che abbia il potere di parlare a suo nome, non si è ancora affermato apertamente che la più piccola scoperta microchimica ha un maggior valore reale, per l’umanità, del poema sublime. Arte, religione, filosofia sono considerate superflue dal vero scienziato; il fatto di occuparsi di simili sciocchezzuole renderebbe sospetto ai suoi colleghi l’adepto della scienza. Questo moloch d’una scienza che sa solo inventariare esige per sè l’uomo tutto intero, che per lui dev’essere e fare tutto, e solo allora viene considerato valido. E chi volesse andare a distruggere l’idolo andrebbe incontro alle stesse disavventure di Don Chisciotte. […]
Otto Weininger, Delle cose ultime, 1903

The misleading began when our far distant ancestors began to teach their descendants. You know they knew nothing but they passed their knowledge of nothing to the coming generations and it went so innocently that nobody noticed it. That is why we are not educated.
Edward Leedskalnin

Sarcasmo: l’ultimo rifugio delle persone modeste e dall’anima casta quando la riservatezza della loro anima è straziata e abusivamente invasa.
Fëdor Michajlovič Dostoevskij

La donna non può essere superiore che come donna, ma dal momento in cui vuole emulare l’uomo, non è che una scimmia.
Joseph de Maistre

Stepan Arkad’ic riceveva e leggeva un giornale liberale, non estremista, ma della tendenza che la maggioranza sosteneva. Benché non lo interessassero in modo particolare né scienza, né arte, né politica, egli si atteneva strettamente alle opinioni alle quali, in tutte queste materie, si attenevano la maggioranza e il suo giornale, e le cambiava soltanto quando le cambiava la maggioranza, o per meglio dire non lui le cambiava, ma esse stesse, inavvertitamente, si cambiavano in lui.
Lev Nikolàevič Tolstòj, Anna Karenina

Gli stupidi una volta attaccavano la Chiesa, ora la riformano.
Nicolás Gómez Dávila

Tutto questo vostro estero, questo decantato Occidente, questa vostra Europa, non sono altro che fantasia; e noi stessi, quando siamo all’estero, non siamo che fantasia… Ricordatevi delle mie parole, e vedrete!
Fëdor Michajlovič Dostoevskij, L’idiota

Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
Matteo 10,32-10,39

Queste, sono chiare parole. Questi sono i termini della partita, e al giuoco non si bara. Inutile cercar qualcuno dietro di noi: dietro di noi non si troverà mai che un’idea, alla quale subordiniamo assolutamente le nostre persone. Perciò, che gli scoiattoli e le bisce si rassegnino: le mura lisce de “La Torre” non offrono loro alcuna presa. „La Torre” non si scala che passando per la porta maestra: sulla quale noi stiamo ad attender chiunque si faccia innanzi, cortesi e cavallerescamente ospitali per gli uomini leali, siano pur essi dei nemici; inesorabili per i vili e i mistificatori.
Giulio Cesare Andrea Evola, La Torre (Cose a posto e parole chiare)

Noi non pensiamo per nulla che la fine del mondo occidentale debba per forza rivestire quell’aspetto coreograficamente catastrofico, cui la mente dei più è subito portata. Non si tratterà necessariamente di cataclismi, e nemmeno di quelle nuove guerre mondiali, sui cui orrori e sui cui esiti di sterminio dell’uman genere molti fin d’oggi lugubramente c’intrattengono. Anzi, una guerra… un altro buon squassamento, ma radicale, però, risolutivo – che altro potrebbe augurarsi chi ancora spera?
Noi vediamo più nero ancora. Ecco, per esempio, una delle forme in cui, fra le altre, potremmo anche raffigurarci la “fine del mondo”.
Niente più guerre. Fratellanza universale. Livellamento totale. Unica parola d’ordine: obbedire – incapacità, divenuta organica attraverso l’educazione di generazioni, a far altro che obbedire. Niente capi. Onnipotenza della “società”. Gli uomini, mezzi per l’azione sulle cose. L’organizzazione, la industrializzazione, il meccanismo, la potenza e il benessere fisico e materiale raggiungeranno apici affatto inconcepibili e vertiginosi. Accuratamente scientificamente liberati dall’Io e dallo spirito, gli uomini diverranno sanissimi, sportivi, lavoratori. Parti impersonali nell’immane agglomerato sociale, nulla, in fondo, li distinguerà più gli uni dagli altri. Il loro pensiero e il loro modo di sentire e di giudicare avrà carattere assolutamente collettivo.
Con le altre, anche la differenza morale fra i sessi scomparirà, e può darsi anche che il vegetarianesimo farà parte delle abitudini razionalmente acquistate di quel mondo, giustificandosi sull’evidente simiglianza delle nuove generazioni con gli animali domestici (quelli selvatici allora non vedendo più permesso di esistere che in qualche giardino zoologico). Le ultime prigioni rinchiuderanno nell’isolamento più terrificante gli ultimi attentatori dell’umanità: i pensatori, i testimoni della spiritualità, i pericolosi maniaci dell’eroismo e della fierezza guerriera. Gli ultimi asceti si estingueranno a uno a uno sulle vette o in mezzo ai deserti. E la massa celebrerà sé stessa per bocca di poeti ufficiali e autorizzati, i quali liricizzeranno i valori civili e canteranno la religione del servigio sociale. A questo punto, sorgerà una grande aurora. L’umanità sarà veramente rigenerata, e non conserverà più nemmeno il ricordo dei passati tempi di barbarie.
Ora: a voi chi permetterebbe di chiamar «fine» questa fine? Di vedervi, con noi, il collasso totale, la caduta definitiva? Sapreste voi forse concepire un mito più splendido, un avvenire più radioso, per l’«evoluzione»? Rassicuratevi dunque: i cattivi profeti abitano l’altra sponda.
Giulio Cesare Andrea Evola, La Torre, n. 4, 15 marzo 1930

Per colui che ha fede, non servono spiegazioni. Per colui che non ha fede, nessuna spiegazione è possibile.
Tommaso d’Aquino

Tutta una vita di vagabondaggi e dubbi, e a un tratto, la loro soluzione, il giorno tale, alle cinque del pomeriggio! È perfino offensivo, non è vero?
Fëdor Michajlovič Dostoevskij, L’adolescente

La modernità, che sta giungendo alla propria fine, venne concepita all’epoca del Rinascimento. Noi oggi stiamo assistendo alla fine del Rinascimento.
Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev, Nuovo Medioevo

Non tanto dei nuovi „fatti” potranno portare al riconoscimento di diversi orizzonti, quanto un nuovo atteggiamento dinanzi ad essi.
Giulio Cesare Andrea Evola, Rivolta contro il mondo moderno

La mentalità moderna, quindi, è tale da non poter sopportare alcun segreto e nemmeno delle riserve; cose del genere, poiché ne ignora le ragioni, le appaiono soltanto come «privilegi» istituiti a vantaggio di qualcuno, ed essa non può più soffrire alcuna superiorità; se si volesse tentare di spiegarle che i cosiddetti «privilegi» hanno un loro reale fondamento nella natura stessa degli esseri sarebbe fatica sprecata, poiché è proprio questo che il suo «egualitarismo» ostinatamente nega.
René Guénon, Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi

A lato delle grandi correnti del mondo, esistono ancora individualità ancorate nelle „terre immobili”. Sono, di massima, degli sconosciuti che si tengon fuori da tutti i trivi della notorietà e della cultura moderna. Essi mantengono le linee di vetta, non appartengono a questo mondo – pur essendo sparsi sulla terra e spesso ignorandosi a vicenda sono uniti invisibilmente e formano una catena infrangibile nello spirito tradizionale. Questo nucleo non agisce: ha solo la funzione a cui corrisponde il simbolismo del „fuoco perenne”. In virtù di essi, la Tradizione è presente malgrado tutto, la fiamma arde invisibilmente, qualcosa connette sempre il mondo al sovramondo. Sono coloro che vegliano.
Giulio Cesare Andrea Evola, Rivolta contro il mondo moderno

Ci sono fra i ricordi d’ogni uomo, cose che non si raccontano a tutti, ma appena agli amici. Ce ne sono altre che neanche agli amici si raccontano, ma appena a se stessi, e per di più sotto suggello di segreto. Ce ne sono, infine, altre ancora che persino a se stessi si ha paura di raccontare, e di tali ricordi ogni uomo, anche ammodo, ne mette insieme parecchi.
Fëdor Michajlovič Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo

Con le idee di destra facciamo poesia, con quelle di sinistra, retorica.
Nicolás Gómez Dávila

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